MATTEO SCHIAVONE
Fu esordio a due voci, unite da un solo credo: l’Arte, espressa attraverso la pregnante forza della voce. Sul palco dei Salesiani, negli anni’70, i fratelli Luciano e Matteo Schiavone si esibirono per la prima volta, in un recital per le <Voci nuove>. Cavallo di battaglia per quella new entry fu il brano <Pensiero> dei Pooh. Prima di affrontare il pubblico si scambiarono speranze ed emozioni, non pensavano di vincere, ma ad unirli era una sicurezza di fondo: insieme potevano farcela. E fu così per anni, conquistato un secondo posto che per i <gemelli> salernitani rappresentò più di una vittoria. Era il loro punto di partenza, la possibilità di spiccare il volo come due colombe con lo stesso messaggio da portare al pubblico: la forza dei sentimenti nella musica, nelle parole, nell’espressione che li rese impareggiabili interpreti dei brani più significativi della musica leggera. Sì, su quel palco di una parrocchia di quartieri, partì un’unione indissolubile, quella sera Luciano e Matteo si sentirono non solo gemelli nella vita. Perchè capirono che avevano nel cuore la stessa stella, un bagliore che poteva durare e risplendere quando tono su tono, melodia su melodia, avrebbero tracciato un percorso artistico irripetibile. Perchè l’Arte dei fratelli Schiavone, decollata quella sera, sarebbe durata una vita. Anche oltre il buio che sempre offusca le cose più belle. Perchè le persone amate non muoiono, ma restano nel cuore di chi vive. Nel ricordo di un <Pensiero> diviso in due, per sempre. E condiviso dal pubblico internazionale, che ancora li cerca per applaudire la vera Arte.